NFT
NFT

NFT (acronimo di non fungible tokens, ovvero token non fungibili) è la nuova arte dell’anno 2022 e sarà, per alcuni, sicuramente una grandissima opportunità di business da mettere in fase con gli sviluppi tecnologi del mondo crypto e del metaverso.

Ma cosa sono esattamente gli NFT?

Gli NFT sono dei certificati di autenticità digitale che rappresentano una nuova frontiera per l’arte.

Attraverso la blockchain, ovvero un registro digitale di dati che non può essere modificato, stabiliscono l’unicità e la proprietà di un’opera online, di per sé riproducibile da tutti e all’infinito.

Il token, da questo momento in poi, può essere scambiato sui marketplace dedicati.

I dati sono raggruppati in blocchi concatenati in ordine cronologico e la crittografia ne garantisce l’integrità assoluta; proprio per questo sono molto più affidabili delle criptovalute”.

Disegni, gif, video, tutto può diventare un NFT, purché sia digitale.

Come ogni novità sono stati accolti con scetticismo, definendoli come dei semplici Jpg che è possibile salvare con il tasto destro del mouse. Ma la realtà è ben diversa: ogni NFT apre, ai soli proprietari, le porte a una community privata che da accesso a feature esclusive”. 

Dove si trovano gli NFT?

Sono disponibili diverse piattaforme in cui comprare o vendere NFT; attualmente la più frequentata è OpenSea: Le transazioni avvengono in criptovaluta, quindi è necessario disporre di un portafoglio digitale.

Il primo NFT in assoluto

Primo NFT
Kevin McCoy, “Quantum” (2014-21), non-fungible token (image courtesy of Sotheby’s)

Quantum di McCoy è l’immagine pixelata di un ottagono pieno di cerchi concentrici che pulsano ipnoticamente in diverse tonalità fluorescenti, ed è l’opera pioneristica di questa nuova arte.

L’artista ha “coniato” il token sulla blockchain di Namecoin il 2 Maggio 2014, utilizzando una tecnologia che ha sviluppato con il programmatore Anil dash, immaginando un sistema che avrebbe consentito agli artisti digitali di vendere, tracciare e assumere la proprietà delle loro opere, spesso condivise su piattaforme come Tumblr senza credito o attribuzione. 

Quantum ha incassato 1,4 milioni di dollari alla chiusura dell’asta di Sotheby’s Natively Digital. L’acquirente, noto con lo pseudonimo di Syllituna, ha poi venduto un NFT CryptoPunk dalla sua collezione nella stessa asta per 11,8 milioni di dollari.

Ci sono migliaia di CryptoPunk, ma non ne esistono due esattamente uguali fra loro.

Gli sviluppatori di CryptoPunks, Larva Labs, riferiscono che i “punk” hanno generato un volume di vendite complessivo pari a 26 milioni di dollari: nell’ultimo anno, il prezzo medio di vendita dei punk è stato di 6.199$.

Ogni punk ha attributi unici, come il colore dello sfondo, gli accessori, e anche alcune caratteristiche ultra-rare, come un aspetto “alieno” o “zombie”.

The Bored Ape Yacht Club

Il Bored Ape Yacht Club, come afferma il New York Times, è una strana combinazione tra una esclusiva comunità online, un gruppo di azionisti e un’associazione di appassionati d’arte.

Le scimmie infatti, furono presentate come degli alter ego digitali necessari per avere accesso al “club”. La scelta dell’animale ricade su un gioco di parole con l’espressione “aping it” (usata nel contesto degli NFT e delle criptovalute in riferimento alla perdita di molti soldi), l’altro al fatto che… a entrambi piacciono le scimmie.

L’NFT di ognuna delle 10mila scimmie fu venduto per meno di 200 dollari, ma poi successe quello che succede sempre con questo genere di fenomeni: a determinarne il valore furono le successive transazioni, quelle del cosiddetto mercato secondario, rivendute svariate volte, con prezzi diversi a seconda delle loro caratteristiche.

Nell’aspetto, nella posizione e nell’abbigliamento le scimmie sono infatti tutte diverse, ma alcune sono più diverse, e valgono quindi di più.

Bored Ape Yacht Club
NFT Bored Ape, il terzo più raro nella collezione di 10.000 avatar illustrati generati casualmente e classificata al 17° posto in assoluto in base alla rarità.

I fondatori di Bored Ape Yacht Club hanno lasciato agli utenti diritti e libertà creative su ogni singola scimmia. In altre parole, il possessore di una determinata scimmia può farla diventare un logo, stamparla su magliette o farla protagonista di una storia, darle un nome e un’identità digitale, beneficiando però al contempo del guadagno d’immagine e rilevanza di tutte le scimmie nel loro insieme.

Di recente, per esempio,  hanno firmato un accordo con Adidas, una di queste scimmie è finita sulla copertina di Rolling Stone e altre hanno formato una band.

Conclusioni

Continuerò a seguire con grande interesse questa vicenda e a pubblicare gli aggiornamenti, per cui seguimi sempre! 🙂

Alla prossima!

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